29 settembre "Conferenza/Dibattito “Il 21 luglio 1943 L'esercito americano entrava ad Alcamo
Pubblicato il 21 settembre 2023 • Comunicati Stampa
29 SETTEMBRE, ORE 17:30, CENTRO CONGRESSI MARCONI, CONFERENZA/DIBATTITO “Il 21 luglio 1943 l’esercito americano entrava in Alcamo, ma la guerra non era finita”.
Venerdì 29 settembre al Centro Congressi Marconi, in occasione dell’80°anniversario dello sbarco anglo/americano in Sicilia 1943/2023, si terrà la conferenza-dibattito dal titolo “Il 21 luglio 2023 l’esercito americano entrava in Alcamo, ma la guerra non era finita”, una rievocazione storica del contesto siciliano, a seguito dello sbarco degli Anglo-Americani con particolare riferimento al territorio di Alcamo e della Sicilia occidentale.
La Conferenza, dopo i saluti istituzionali dell’assessore alla cultura Donatella Bonanno, prevede la relazione della prof.ssa Manoela Patti, docente di storia UniPa, autrice del libro La Sicilia e gli Alleati. Tra occupazione e Liberazione, edito da Donzelli. Sono previsti alcuni interventi da parte di studiosi che daranno il loro contributo per fare memoria della comunità cittadina e interventi da parte del pubblico presente; le conclusioni sono affidate alla stessa prof.ssa Patti.
A coordinare i lavori sarà Franco Aurelio Coppola, associato Istituto Gramsci Siciliano, autore di una ricerca storica sul territorio di Alcamo tra primo e secondo dopoguerra.
Qui di seguito uno stralcio dei documenti di cui si parlerà nel convegno:
“L’8 giugno 1944 il più famoso bandito alcamese, Salvatore Ferreri, uccise Vincenzino Monticciolo per rubare la sua Millecento “Musetto” nuova fiammante: «la più bella di tutti gli autisti di piazza».
Il 17 dicembre di quel terribile ‘44 una manifestazione studentesca animata dalla Lega Giovanile Separatista protestava contro il richiamo alla leva militare della guerra che continuava contro il nazismo tedesco e il fascismo della Repubblica di Salò. Nel suo rapporto alle autorità il prefetto di Trapani comunicava che «numerosi giovani prevalentemente studenti, avevano percorso le strade principali della città portando cartelloni recanti scritte contro l’esercito, la guerra, la monarchia. Riunitisi poi davanti al Municipio avevano gridato invocando pane e pace, e, soprattutto la libera macinazione del grano» .
Anche un rapporto dei servizi di sicurezza degli Alleati registrava quei disordini che nella memoria collettiva della comunità alcamese rimasero impressi per l’incendio del Municipio: il giorno- nonostante la riapertura dei mulini - «una folla di 5 o 6 mila persone» aveva assaltato l’ufficio delle tasse e bruciato i registri esattoriali; il circolo dei civili era stato attaccato e distrutto, il magazzino dei granai del popolo saccheggiato e presso il Consorzio agrario i «generi alimentari americani inscatolati» erano stati dati alle fiamme.
Un testimone di quella memorabile giornata avrebbe lasciato questo fermo-immagine:
«Degli uffici e degli altri locali presi d’assalto non rimasero che le mura, poiché anche le porte e le finestre vennero bruciate. Fino a sera inoltrata, allorché arrivarono rinforzi di soldati e carabinieri, in piazza Ciullo bruciava ancora un’enorme catasta di carte e, al riverbero delle fiamme, si osservava una tragica scena: il portone e le persiane del Municipio erano carbonizzati, i ferri dei balconi erano contorti dallo scoppio delle bombe, i muri scalcinati e smozzicati. Più in là, vicino la chiesa del Collegio, in un altro gigantesco falò, ardevano registri e carte dell’Ufficio del Registro. Così si chiudeva questa tragica giornata del 18 dicembre, tra un cupo echeggiare di bombe e di incessanti colpi di fucile, mentre per le strade si vedevano passare uomini e donne carichi di cassette contenenti viveri o altro, frutto del saccheggio operato specialmente nel Consorzio Agrario» .