Palazzo Rossotti

Ultima modifica 27 aprile 2018

 Palazzo Rossotti

Impiantato all'interno della città cinquecentesca, un tempo cinta da mura e progettata nel rispetto di principi di regolarità e di simmetria, il palazzo Rossotti si affaccia sulla via omonima, un tempo  "cardo maximus"  dell'antico nucleo, conquistando un intero isolato e raggiungendo lateralmente la via Madonna dell'Alto e ancora la via Tenente Stefano De Blasi Chiarelli. Lo stemma nobiliare inserito a coronamento del balcone d'onore, raffigurante in un campo un leone rampante e nell'altro un albero e una stella, pur essendo quasi illeggibile, anticipa tuttavia il fasto di questo palazzo che, edificato nella seconda metà del 1700 per volontà della famiglia gentilizia De Blasi Chiarelli, proprietaria di gran parte della zona cicostante, racchiude in sé tutte le caratteristiche del palazzo nobiliare, rivelando chiaramente la netta suddivisione gerarchica tra il piano terra, il piano nobile ed i locali sovrastanti destinati alla servitù. Gli elementi in stucco di notevole valore della facciata di gusto rococò arricchiscono lo sfarzo decorativo del prospetto, in una mediazione tra lo spazio privato e la città circostante, evocando il grado di importanza sociale della famiglia che lo possedeva. Passato nella prima metà del 1800 alla famiglia Rossotti, di uguale nobiltà, l'edificio viene probabilmente ampliato con l'aggiunta di due vani sul prospetto principale, come dimostrano sia la posizione non più baricentrica del portale e del superiore balcone d'onore, sia la mancanza di elementi decorativi a chiusura dello spigolo sulla via Madonna dell'Alto, elementi che invece sussistono sullo spigolo opposto. Mentre il piano terra ed il secondo piano dell'edificio sono stati alterati in relazione alle esigenze delle nuove funzioni, il piano nobile invece ha conservato pressochè intatte le caratteristiche distintive dell'architettura civile del periodo barocco: nei saloni di rappresentanza si apprezzano ancora le volte affrescate ed i pavimenti in maiolica smaltata. In contrasto con la maggior parte degli edifici dello stesso periodo, l'androne non offre elementi ornamentali architettonici a carattere monumentale, risolvendosi con una semplice scala a due rampe che porta al piano nobile, mentre una seconda scala di recente costruzione porta al secondo piano. Tutte le aperture affacciate sul prospetto principale presentano nel timpano, come elemento decorativo prevalente, testine di donna, ricollegandosi alla tradizione alcamese del '700, che le utilizzava nella decorazione interna di molti edifici sacri. Una cornice continua realizzata in intonaco chiude superiormente la volumetria compatta dell'edificio, girando sui prospetti laterali semplici e sprovvisti di elementi decorativi.


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